L’amore e la fiducia del nostro Fondatore nella Madonna che abbiamo ereditato
Per la Congregazione delle Suore della Carità di Gesù, fondata in Giappone nel 1937 dal missionario salesiano Don Antonio Cavoli, Maria Ausiliatrice è una presenza speciale, è una Patrona della congregazione, dopo il Cuore di Gesù, Patrono principale.

All’interno della Costituzioni, si descrive lo spirito della congregazione in nove articoli, e il quarto di questi è intitolato “Fiducia e Amore a Maria Ausiliatrice”, e recita così.

“Una filiale devozione a Maria Ausiliatrice ha accompagnato e sostenuto le nostre consorelle durante tutta la storia della nostra Congregazione, in ciò animate dai figli di don Bosco. Ella ci aiuta a vivere docili alle ispirazioni dello Spirito Santo e a porre al centro della nostra vita Gesù Cristo, nostro Signore.

Imitiamo i suoi esempi di Donna credente che cerca il volere di Dio nel quotidiano,1 di Madre amorosa sollecita degli altri, 2 di Discepola del Figlio di cui ascolta la Parola, 3 di Consolatrice degli afflitti, 4 di Aiuto dei cristiani e di Madre dell’umanità; ne diffondiamo la conoscenza e ne promuoviamo la venerazione.” (Art.12)

Secondo le nostre Costituzioni, recitiamo quotidianamente il Rosario, meditando con la Madonna i misteri della salvezza, imitandone le virtù e traendone un rinnovato vigore. Ricordiamo anche la ricorrenza del 24 di ogni mese con la “Preghiera di offerta a Maria Ausiliatrice”, e celebriamo in modo speciale il 24 maggio con una novena di preparazione. Alla fine di ogni preghiera, recitiamo sempre la giaculatoria a Maria Ausiliatrice, e quando ci incontriamo con altre consorelle, è nostra tradizione scambiarci il saluto “Viva Gesù, Viva Maria”. Le nostre vite sono affidate alla sua materna protezione.

Ripercorrendo le nostre radici storiche, ricordiamo che la devozione alla Vergine Maria del nostro fondatore, don Cavoli, ha avuto un gran influsso sullo spirito della Congregazione. La sua devozione ad Essa è stata sempre presente, fin dalla sua infanzia, e gradualmente nutrita. Nella sua autobiografia, egli scrive:

      “La vita di fervorosa pietà e di illibatezza morale delle quattro sorelle della Associazione “Figlie di Maria” della Parrocchia si rifletteva su tutta la famiglia. L’Immagine della Madonna di Pompei, contornata di tante altre belle Immaginette di Santi, vedeva radunata e inginocchiata davanti a sé tutta la famiglia per la recita del S. Rosario. Oh! Il nostalgico ricordo di preghiere, di canti alla Vergine in un alone di innocenza, di semplicità e di pietà, che attirava gli occhi estatici del babbo, della matrigna e della nonna!” 

Avendo perso la madre in tenera età, possiamo facilmente immaginare l’importanza del ruolo che la Beata Vergine ebbe nella sua vita.

Don Cavoli ha scritto alcuni episodi della Vergine che aveva sperimentato in tutto i momenti significativi della sua vita. Vicino al Seminario di Rimini c’è un santuario della Madonna della Misericordia, dove nel 1850 avvenne un miracolo e in cui anche Don Bosco fece un pellegrinaggio. In questo luogo dove don Cavoi si inginocchiò davanti alla Vergine per chiedere la sua protezione, quando entrò nel seminario a 14 anni, e sempre qui, dopo 18 anni, tornò per fare gli esercizi spirituali, per discernere la sua vocazione.

Don Cavoli fu ordinato nella cattedrale di Rimini nel maggio 1914, centenario dell’anno in cui Pio VII, di ritorno a Roma dopo la sua liberazione dalla prigionia a Savona, si fermò nella cattedrale per rendere grazie alla statua della Madonna della pietà. Dell’episodio seguente possiamo bene immaginare il suo speciale affetto a questa statua della Vergine. Poco dopo essere stato ordinato, egli andò al fronte di guerra come cappellano militare. Durante questo periodo, fu in pericolo di morte in molte occasioni, e scrisse nelle sue memorie la sua gratitudine per la protezione ricevuta dalla Beata Vergine in ogni pericolo. Attraverso questa terribile esperienza, maturò un desiderio ardente di diventare un religioso e lavorare nel campo della missione, per salvare le anime di molte altre persone. Nonostante la forte opposizione di coloro che gli stavano intorno, specialmente del vescovo, era determinato ad unirsi alla congregazione dei Salesiani, e quando finalmente ricevette la sua lettera di rilascio dalla diocesi, per prima cosa si recò presso questa statua della Madonna. Nella sua autobiografia dice:

“Dal Vescovado, andai in Cattedrale per rivedere quella Cappella in cui, sei anni prima, avevo ricevuto l’ordinazione sacerdotale, e fissare i miei sguardi pieni di riconoscenza in quel simulacro della Madonna della Pietà. Ivi pregai con tale effusione, che alcune donne, che erano lì vicino, si voltarono a guardarmi. Recitai le litanie lauretane, ma quando giunsi alla invocazione: «causa nostrae laetitiae», mi sembrava di non poter proseguire e la ripetei più volte stringendomi le mani al petto. Poche volte provai una simile gioia e tanta riconoscenza filiale verso la Madonna”.

Nel 1925, Don Cavoli fu inviato in Giappone per partecipare ad un gruppo missionario guidato da Don Cimatti, e quando diventò parroco della chiesa di Miyazaki, iniziò a visitare i poveri e i sofferenti nelle loro case, insieme ai membri delle “Figlie di Maria”, un gruppo giovanile della parrocchia. Questa attività nel 1933 portò alla fondazione dell’Ospizio Kyugoin, la base della nostra congregazione. Nel 1941 scoppiò la guerra nel Pacifico, e verso la fine della guerra, i missionari stranieri furono mandati nei campi di concentramento. Pochi giorni prima della loro partenza, Don Cavoli riunì tutti i detenuti del Kyugoin e li salutò, esortandoli a confidare nella Santa Vergine, qualunque cosa accadesse. Essi rimasero fedeli a queste parole, cantando Ave Maristella ogni giorno e pregando per la protezione della Madonna. Infatti, dopo un pesante bombardamento, una bomba inesplosa fu trovata nel muro della cappella, dietro la statua della Maria Ausiliatrice. Nessuno fu ucciso in guerra. Conserviamo la memoria di questo avvenimento come una grande grazia, e ci dà una fiducia incrollabile: che la Madonna ci protegge da tutti i pericoli.

La fiducia di Don Cavoli nella Madonna è stata un sostegno costante per tutta la sua vita, anche sul letto di morte, quando pur non poteva più tenere la corona nelle sue mani paralizzate, non fermava il movimento delle dita per pregare il Rosario fino alla fine. Vogliamo seguire l’esempio del nostro fondatore e portare avanti il suo grande amore e la sua profonda fiducia nella Vergine Maria.

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